Si è svolto oggi a Morcone presso il centro congressi della fiera il convegno: “Diga di Campolattaro: la svolta, il cambio di passo compiuto, il destino da attuare”, promosso dall’Asea, ente gestore dell’invaso sul fiume Tammaro.
Il “focus” al Centro Congressi sul mega invaso sul Tammaro è stato introdotto dal segretario dell’Asea, Giovanni Cacciano, il quale ha evidenziato i programmi strategici che sono in atto da parte dell’Azienda per giungere alla messa in esercizio della Diga di Campolattaro, l’utilizzo delle sue acque per usi civili, irrigui ed industriali e per lo sviluppo anche turistico della zona.
Luigi Ciarlo, sindaco di Morcone, intervenendo nel convegno, ha sottolineato la necessità che si creino sinergie istituzionali tra gli Enti territoriali locali per lo sfruttamento e per la gestione più opportuna per una infrastruttura costata circa 250 miliardi di lire.
Ciarlo ha proposto un vero e proprio “Patto del lago” che veda lavorare insieme tutti i soggetti istituzionali che gravitano attorno all’invaso del Tammaro.
In questa ottica, ha proseguito il sindaco, va inquadrata la richiesta degli enti locali alla Regione Campania di una attenta valutazione circa la opportunità per insediare nel Comune di Sassinoro un impianto di lavorazione dei rifiuti organici a poche decine di metri dal fiume Tammaro che alimenta proprio la diga.
Carlo Petriella, presidente di Asea, ha ricordato la storia della costruzione della diga i cui prodromi risalgono al 1962, ma i cui lavori, finanziati e gestiti dalla Cassa per il Mezzogiorno, si avviarono nel 1980 e nel 1995: ancora oggi, tuttavia, ha ricordato Petriella non è dato sapere quando e se saranno utilizzate le acque raccolte dallo sbarramento perché, stranamente, non era previsto nulla in questo senso nel progetto originario approvato.
Il presidente Asea ha ricordato che dal 1995, anno in cui fu individuata la Provincia quale Ente gestore dell’impianto, si dovettero affrontare una serie di difficoltà tecniche e logistiche di forte impatto.
La Provincia dovette risolvere in particolare il problema rappresentato da uno smottamento creato dalla strada circumlacuale che corre ad est dell’impianto; infine, solo dal 2005 è riuscita ad avviare la fase dei riempimenti tecnici dell’invaso (cioé riempimenti e svuotamenti graduali per saggiare la struttura, procedura che, al momento riguarda altre 90 dighe italiane), fino a giungere al 27 dicembre 2016 allorché la Direzione Generale delle Dighe presso il Ministero delle Infrastrutture autorizzò, a dieci anni dunque dall’inizio dei ciclo di invasi sperimentali, il massimo riempimento del lago artificiale in quanto era stata attestata la tenuta strutturale dello sbarramento.
La Provincia con Asea, ha ancora dichiarato Petriella, hanno potuto infine realizzare la strada “Senzamici” che consentirà di garantire i collegamenti della omonima contrada di Morcone con il resto del territorio nel momento in cui si raggiungerà la quota di massimo invaso delle acque del Tammaro ad 377,25 metri sul livello del mare per 85 milioni di metri cubi d’acqua.
Petriella ha, infine, ancora una volta, richiesto un impegno politico serio e concreto da parte della Regione per dare finalmente corso alle plurime funzionalità cui può essere adibito l’invaso: usi potabili, usi industriali, usi irrigui.
Oggi 25 settembre 2018, ha concluso il presidente Asea, nella diga è stata raccolta l’acqua del Tammaro fino ad una altezza di due terzi del livello più alto ammesso dai protocolli, cioé siamo a circa 65 milioni di metri cubi d’acqua. E’ tempo di giungere ai 109 milioni di metri cubi d’acqua e porre questa risorsa a servizio del territorio.
Ha, quindi, preso la parola il responsabile programmazione dell’Asea, Gianluca Maiorano, il quale ha illustrato l’iter storico di realizzazione dell’impianto a partire dagli anni ’60 nell’ambito degli interventi “keynesiani” della Cassa per il Mezzogiorno, al cantiere degli anni ’80 ed alle vicissitudini che hanno preceduto l’avvio degli invasi sperimentali. Ha proseguito presentando nel dettaglio le attività ed i progetti realizzati in questi anni dall’Asea, e quelli di prossima ed imminente attuazione, come il recupero funzionale dell traversa di Tammarecchia. Ha affermato come la gestione dell’ASEA si sia posta, e si ponga gli obiettivi di migliorare l’efficienza gestionale, di conseguire il collaudo funzionale della diga, di avviare le opere di derivazione e di far assurge alla diga il ruolo di fulcro di un processo virtuoso di sviluppo locale sostenibile. Infine, ha ribadito come l’ASEA sia pronta ad essere soggetto attuatore per la derivazione e potabilizzazione delle acqua, interventi peraltro già finanziati dal Ministero delle Infrastrutture.
L’ingegnere Responsabile Giovanni Sportelli, ha, con un discorso di ampio spettro scientifico e tecnico, dimostrato la piena sicurezza idrologica e sismica della diga di Campolattaro. In particolare ha evidenziato come i due scarichi di fondo ed un elevato livello di laminazione, caratteristiche proprie della diga di Campolattaro, garantiscono la massima sicurezza idraulica della diga. E’ intervenuta poi il vice ingegnere responsabile, Gilda Buda, la quale ha ricordato la funzione essenziale svolta dalla diga nel regolare le acque del Tammaro e, dunque, del Calore di cui è affluente, nei periodi siccità e, soprattutto, nell’impedire l’afflusso incontrollato delle acque di piena nei momenti di crisi alluvionali, attività che ha contribuito a rendere meno disastrosi gli effetti a valle della diga stessa della furia della natura (nell’ottobre 2015: si abbattè l’onda di piena del Tammaro fu pari a 13 milioni di metri d’acqua: tale onda fu fermata dalla diga e i tecnici della stessa consentirono il rilasciò a valle soltanto di 1 milione di metri cubi, salvando dunque, tra l’altro, la città di Benevento).
Il responsabile del Wwf di Benevento, Camillo Campolongo, ha quindi illustrato le potenzialità naturalistiche ed ambientale dell’Oasi del Wwf di Campolattaro, che sorge sulla costa del lago artificiale: l’Oasi, tuttavia, che sta vivendo una stagione di rinaturalizzazione, soffre un contesto di gravi difficoltà gestionali e finanziarie. Anche Campolongo ha proposto un “Patto del lago” nel contesto di un istituto giuridico “Contratto di fiume” tra gli Enti locali interessati.
Ha chiuso i lavori il presidente della Provincia, Claudio Ricci.
Egli ha innanzitutto voluto sottolineare il significato e l’importanza del convegno che ha discusso su ruolo e funzione della Diga di Campolattaro sul fiume Tammaro.
Ricci ha ricordato come i dati tecnici inconfutabili abbiano dimostrato come la diga abbia salvato la Città di Benevento nell’ottobre del 2015.
La Diga di Campolattaro, ha detto Ricci, è la più grande opportunità di sviluppo che il Sannio abbia a disposizione in questo momento: è una risorsa strategica straordinaria che può dare uno slancio vero e concreto all’economia locale.
Purtroppo, sono troppi gli anni che sono trascorsi dall’avvio dei lavori di costruzione fino a vedere la sua messa in opera a servizio della collettività: 38 anni effettivamente dimostrano la lentezza delle Istituzioni nel rispondere alle attese.
Ricci ha precisato che, in questi quattro anni di presidenza la Provincia e l’Asea hanno fatto passi in avanti eccezionali proprio per la diga di Campolattaro.
Ne è un esempio la risoluzione del contenzioso per la strada Senzamici: noi oggi inauguriamo una strada che consentirà di portare la diga alla sua quota di massimo invaso: questa quindi potrà finalmente funzionare ed essere realmente a servizio del territorio, togliendola dal destino di opera pubblica incompiuta.
Oggi siano, dunque, ad nuovo inizio per un definitivo percorso in vero e proprio cambio di passo nei processi di sviluppo del territorio.
Di questo ne sono orgoglioso e ne rivendico i meriti: si tratta di un risultato eccezionale, ottenuto con il lavoro, con la trasparenza e la pulizia, pur in un contesto di carenza di risorse finanziarie.
Abbiamo però avviato le giuste e corrette interlocuzioni con il Ministero delle Infrastrutture, grazie all’azione dell’allora sottosegretario, Umberto Del Basso De Caro, ed oggi possiamo dire che offriamo al Sannio una straordinaria potenzialità di crescita del territorio.
La classe dirigente del Sannio deve essere all’altezza di questa grande sfida: dobbiamo tutti essere consapevoli del nuovo inizio per il territorio locale e di tutta la Provincia, perché il futuro del Pianeta è nell’acqua, risorsa strategica globale.
Al termine dell’incontro, i partecipanti si sono trasferiti in contrada “Senzamici”, sul nuovo tratto di strada: il taglio del nastro è stato opera dei presidenti Claudio Ricci e Carlo Petriella e del sindaco di Morcone Luigi Ciarlo, presenti anche l’impresa che ha realizzato i lavori e, per il Settore Infrastrutture della Provincia, Filippo Iadanza. Tale variante alla strada “Senzamici”, unica di accesso alla omonima contrada di Morcone: quest’opera pubblica, correndo la strada a 384 metri sul livello del mare, consentirà di portare il livello dell’acqua del fiume Tammaro raccolto dalla Diga tra i Comuni di Campolattaro e Morcone alla quota di massimo invaso ovverosia a 377,25 metri sul livello del mare, quota di assoluta sicurezza per i residenti nell’area interessata.
Presentazioni in power point dei relatori del convegno:
Presentazione Maiorano
Presentazione Buda