Impegni concreti per la diga di Campolattaro.

La Provincia di Benevento, Ente concessionario, e l’Azienda Speciale Asea, ente gestore, nel corso di una conferenza stampa, hanno presentato i dati relativi alla sicurezza della Diga di Campolattaro di proprietà del Ministero delle Infrastrutture.

Alla riunione hanno partecipato Giovanni Sportelli, responsabile tecnico della Diga di Campolattaro per conto di Asea; il Segretario generale della Provincia Carmine Nardone.
L’introduzione è stata svolta da Giovanni Cacciano, segretario della Asea, il quale ha preliminarmente precisato che la Regione Campania, per quanto concerne la Diga, ha il compito di rilasciare autorizzazione alle derivazioni ed è inoltre responsabile del Piano di Emergenza.
Cacciano ha detto: «La costruzione della Diga è cominciata nei primi anni Ottanta del secolo scorso; conclusi i lavori nel 1995, mentre era già stata soppressa la Cassa per il Mezzogiorno che l’aveva finanziata, dopo un periodo lungo di “interregno”, la Provincia di Benevento veniva individuata quale Ente concessionaria del grande invaso. La Provincia ha provveduto in questi anni a mettere in sicurezza l’impianto, nonché ad avviare le opere necessarie per consentirne il riempimento. La diga, infatti, è ancora oggi in esercizio sperimentale (come altre 90 dighe sparse per il Paese), perché questo è previsto dai protocolli tecnici. Sottoposta a riempimenti e svuotamenti a cicli temporali prestabiliti, la diga deve ancora toccare la quota di massimo invaso, cioé 377,25 metri sul livello del mare. Questo ciclo di riempimento è cominciato nel 2006: il 27 dicembre 2016 la Direzione Generale delle Dighe ha autorizzato, a 10 anni dunque dall’inizio dei ciclo di invasi sperimentali, il massimo riempimento in quanto, così afferma il Ministero, “non risulta allo stato condizionato da problemi di tenuta dello sbarramento”. Il grado sismicità è quello massimo previsto all’epoca della realizzazione e comunque la diga “non è attualmente condizionato da problemi di sicurezza e in particolare relativi al comportamento geotecnico delle opere e delle sponde”. Esiste, tuttavia, affinché il massimo riempimento si realizzi, il problema dell’interferenza della strada comunale Senzamici in Morcone: infatti, con il massimo riempimento l’acqua sommergerebbe tale arteria. Dunque occorre provvedere a realizzare una strada alternativa a servizio della comunità locale. E’ da segnalare che, in occasione dell’alluvione dell’ottobre 2015, quando vi furono eccezionali precipitazioni, la quota di massimo invaso al 19 ottobre era di 372,19 sul livello del mare, mentre il 20 ottobre era di 374,33 metri sul livello del mare. La diga ha lasciato defluire a valle 1.320.536 di metri cubi di acqua a partire dalle 21.30 del 19 sino alle 8.00 del 20 ottobre. Infine,  il Governo ha comunicato che, in rapporto alla dichiarazione dello stesso Ministero secondo la quale il vero problema della messa in esercizio della diga trova la sua ragion d’essere nella “assenza di opere di derivazione” (cioé la rete acquedottistica), ha stanziato la somma di 20 milioni di Euro. Tale somma è tuttavia ritenuta non sufficiente dalla stessa Asea, che valuta il fabbisogno reale in 80 milioni di euro».
Il presidente della provincia Ricci, intervenendo nella Conferenza, ha dichiarato: «Non ci interessa fare polemiche politiche sull’invaso. Noi, con i documenti ministeriali alla mano, diciamo che la diga di Campolattaro è assolutamente sicura. Questo noi ci teniamo a dirlo a chiare lettere ai cittadini del Sannio. E’ un altro il problema che ci dobbiamo porre. Come classe dirigente, infatti, dobbiamo chiederci, dopo tanti anni dall’avvio dei lavori e dopo tanti fondi pubblici destinati a questa opera gigantesca, come utilizzare al meglio questa straordinaria risorsa, che è la più grande opportunità del Sannio – come attesta il Ministero. Noi dobbiamo ringraziare il Governo ed il Ministero che, con una delibera del Cipe, si sono posti il problema complessivo delle dighe italiane da completare e mettere in esercizio ed hanno assegnato al Sannio una somma generosa, ben al di là della media degli stanziamenti concessi a tutte le altre dighe. Noi siamo impegnati come Provincia e come Asea per mettere in esercizio l’invaso. Il problema ostativo è al momento la strada Senzamici di Morcone che avrebbe dovuto essere realizzata circa 30 anni or da un altro Ente: oggi però si può provvedere a tanto anche perché si parla di una spesa molto contenuta».
Il presidente dell’Asea Carlo Petriella ha voluto sottolineare come l’impegno dell’Azienda sia quello di portare a compimento i lavori per gli usi specifici della diga. «Io non ho mai voluto fare polemiche; sono rimasto amareggiato per la accusa di maleducazione istituzionale, che non ritengo possa essermi affibbiata. Io vorrei semplicemente ribadire che il problema sollevato dal Comune di Benevento sulla sicurezza della diga era stato già chiarito dalla dichiarazione formale del Ministero dello scorso 26 dicembre. Tale attestazione è stata ulteriormente confermata in sede di  riunione presso il Ministero a Roma. Noi siamo impegnati concretamente a completare il disegno progettuale per raggiungere la quota di massimo invaso e stiamo provvedendo al programma di rivalutazione idraulica. Inoltre il Consiglio d’Amministrazione ASEA ha già approvato il progetto definito tecnico della strada Senzamici e quello esecutivo cantierabile sarà pronto – penso di poterlo dire – entro aprile prossimo».
Il responsabile della diga Sportelli ha affermato: “Stiamo per arrivare alla capacità massima di riempimento della diga: noi in periodo di siccità, d’estate, scarichiamo parte dell’acqua raccolta e dunque svolgiamo una funzione di tutela ambientale del reticolo idrografico sotteso all’impianto. Poi laminiamo le piene, cioé impediamo che le precipitazioni eccessive possano causare a valle problemi di massimo afflusso d’acqua. Inoltre la diga ospita già l’Oasi di Campolattaro. C’è un problema tuttavia per quanto riguarda la Diga ed è quello destinazione delle acque: noi dobbiamo provvedere al più presto ad utilizzare quest’acqua per gli usi civici presso tutte le abitazioni: infatti noi assistiamo ad un impoverimento graduale, anno per anno, del trasferimento delle risorse d’acqua per il territorio e i cittadini del beneventano da parte del Molise”.
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